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Andrea M. Alesci's avatar

Puntata preziosa, Alice. Io sarei a favore di un reddito universale di base, e avevo letto anch'io della ricerca segnalata da Elena e di altri esperimenti fatti in giro per il mondo; pure io continuerei a lavorare, certo con meno ansie e preoccupazioni da partita IVA.

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Alice Fadda's avatar

Nonostante i miei livelli di speranza e ottimismo siano ai minimi storici, non dobbiamo smettere di pretendere politiche giuste e eque per tuttз. Il reddito universale di base, sarebbe un bel passo in avanti che ci permetterebbe di vivere e lavorare con serenità. Ma scardinare l’idea che si lavori e produca meglio in questo modo è dura

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pollywantsacracker's avatar

Allora io sicuramente lascerei il lavoro. Ho sempre desiderato lavorare in casa famiglia ma purtroppo con un reddito medio del settore sociale non riuscirei a mantenere tre figlie. E neanche con una rendita di 1200€ al mese. Credo che se potessi permettermelo dedicherei la mia vita a stare vicina a persone o animali che hanno bisogno e pretenderei abbastanza tempo per me, per leggere, camminare nel bosco, dormire, meditare. Ora invece dedico la maggior parte della mia vita a tenere in piedi la baracca, e il tempo per me e per le relazioni è quello residuale. Non resta neanche un secondo per rendermi utile al mondo.

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Alice Fadda's avatar

Mi sento di dire che ne avresti tutto il diritto. Tenere in piedi la baracca è faticoso, molto faticoso.

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Eleonora C. Caruso's avatar

Onesta: lascerei prima ancora che tu finisca la domanda. Scriverei e basta, cosa che adesso devo relegare fuori dalle otto ore d'ufficio perché non mi frutta abbastanza.

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Alice Fadda's avatar

Ti ringrazio dell'onestà. Lasceresti il lavoro di adesso per dedicarti alla scrittura, che lavoro è, nonostante sia poco remunerativo. Non lasceresti per fissare il mare, giusto?

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Eleonora C. Caruso's avatar

Sì, è lavoro, ma la vedo un po' diversamente da così. Venendo da una famiglia in cui il lavoro è messo al centro di tutto perché questione di vita o di morte (concretamente: siamo quel ceto abbastanza basso da non essere diventato medio neanche negli anni Ottanta), per me lavorare equivale a rispondere alla necessità imminente di mangiare e curarsi. Se fossi certa che questi bisogni sarebbero soddisfatti in ogni caso, allora certo, scrivere sarebbe formalmente lavoro fintanto che ricevo dei soldi per farlo, ma la faccenda sarebbe completamente diversa. Dover scrivere due libri l'anno in self, adeguandomi alle tendenze, promuovendomi sui social, perché da lì arriva il mio unico introito, non è come poter scrivere il libro che voglio io ogni tre, cinque, sei anni, senza dovermi affannare per sopravvivere nel mezzo. Questo intendo. Non so se mi sono spiegata.

[edit]

Aggiungo un altro elemento forse utile alla riflessione. Nonostante io pubblichi regolarmente col maggior editore italiano, scrivo anche e ancora tante cose per me, per il piacere di farlo, senza intenzione di pubblicarle e quindi di guadagnarci qualcosa. Le metto online, le mando agli amici. Alcune sono fanfiction, che non potrei comunque monetizzare. Insomma, "scrivere" per me è in parte legato al profitto, ma non interamente.

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Alice Fadda's avatar

Tutto chiarissimo. Sicuramente la scrittura possiede un ulteriore livello di difficoltà all'interno di questa discussione, soprattutto per come è improntato il mondo dell'editoria italiana.

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Eleonora C. Caruso's avatar

Esattamente, come credo un po' tutte le cose strettamente culturali, artistiche, creative (anche se il "creativo" ha anche implicazioni più commerciali).

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Alice Fadda's avatar

Alla fine è TUTTA COLPA DEL CAPITALISMO! E anche del patriarcato, diciamolo!

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Eleonora C. Caruso's avatar

SEMPRE

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Dr.Divago's avatar

Purtroppo temo che lavorerei un minimo comunque, ma solo per passatempo. Che sarebbe una cattiveria, perché toglierei del lavoro agli altri. Quindi va a finire che farei delle cose non retribuite.

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Alice Fadda's avatar

Lavorare per passatempo però mi piace molto come concetto. E se la rendita fosse di almeno 5000€ al mese forse farei lo stesso. Mi piacerebbe fare dei lavori pro bono per esempio.

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Nina Gigante's avatar

mi sento molto in controtendenza, ma io smetterei IERI onestamente :P

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Alice Fadda's avatar

Ma ci sta eh. Quello che vorrei capire è che cosa faremo di diverso. La discussione che mi ha pungolata e che ha dato vita a questa puntata di Qualcosa vedeva almeno due persone che non avrebbero fatto nulla, se non viaggiare e riposare. A me il pensiero di una vita fatta solo di questo mi fa venire le palpitazioni.

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Sudestada's avatar

Che bella domanda Alice, io risponderei come te: non lascerei il lavoro perché non so stare senza fare nulla, in generale credo che non smetterebbe di lavorare chi fa un lavoro che ama. Al momento non è il mio caso, purtroppo ma, nell'ipotesi bellissima in cui lo avessi, non lo mollerei per niente al mondo. Costa così tanto raggiungere quel traguardo, soprattutto per chi ha una laurea umanistica! Se, metti il caso, vincessi la lotteria (impossibile perché non gioco, ma vabbè!) sicuramente aprirei una casa editrice e lo farei con molte meno ansie.

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