Da un po’ di tempo penso a un secondo appuntamento mensile con Qualcosa: scrivere di più, disegnare di più, esserci di più, non solo alla fine del mese. Nella mia testa non è mai stato solo un secondo invio: lo volevo diverso, nuovo.
Ok. Sembra facile, no?
Poi sono arrivate le domande: e di cosa parlo? cosa disegno? Sono stata a scervellarmi a lungo, fino a quando ad aiutarmi a uscire da questo impasse è arrivata una consulenza con la regina della sbrinatura
Qualcosa Piccola l’ho immaginata come una breve pagina di diario: una citazione o un appunto visivo, poi qualche rimando al blog - che nel frattempo sta per ripartire - e per finire un piccolo racconto di una cosa buffa, strana, incredibile, ma anche normale che è accaduta a me o ad altre persone. Del tipo: non mi tengo un cecio in bocca ma questa la devi sapere assolutamente. Questi gli ingredienti, adesso iniziamo.
Se sei tra le persone arrivate da poco, forse non sai che ho un blog dove a marzo 2023 ho lanciato Illustrami, la mia rubrica dedicata al mondo dell’illustrazione dove metto sotto torchio disegnatrici, illustratrici che seguo (e fangirlo) su Instagram: la prima a farsi interrogare è stata Roberta Ragona, aka
, amante dei lamentini (no, non è un refuso) e degli opossum e di tante altre cose belle. Se ti va di leggerla la trovi qui: giuro, che non te ne pentirai. Sono già al lavoro per la prossima: stavolta ho fatto un salto in quel di Venezia. Ma questo è uno spoiler, quindi mi taccio!Nel mio lavoro mi nutro spesso di storie: uso il mio sguardo per trovare il dettaglio, per scovare quel qualcosa in più e dargli una forma. Lo faccio con gusto perché mi piace ascoltare le storie e ancor di più adoro raccontarle. Mi piace aggiungere colore, abbondare con i dettagli, enfatizzarle (anche se a volte esagero così tanto che le stravolgo un pelo, va detto), fare le voci, e soprattutto i gesti. Da tempo penso e ripenso a delle storie che mi porto dietro perché mi appartengono o perché mi sono state raccontate. Potrei raccoglierle tutte in un diario, ma il bello, con le storie, è che ci siano orecchie pronte ad ascoltarle, e occhi che le leggano. E allora eccole qui: le storie con un qualcosa. Parto da un ricordo della mia adolescenza.
Il mio paese natio sta in cima a una collina, in mezzo (un po’ spostato verso est) al quasi nulla della Sardegna. A guardarlo, da alcuni punti di vista, sembra proprio un presepe, e come in un presepe ci conosciamo tuttз. Non c’è molto da fare soprattutto se hai 13 anni e ancora non hai la macchina. Per un buon periodo i miei pomeriggi, e delle mie amiche di allora, si componevano di questi elementi:
Cercavamo Correggio sull’elenco, poi tutti i Ligabue e li chiamavamo uno a uno alla ricerca di un parente di quel Luciano Ligabue, che immagino conosciate tuttз. Solo una volta ci ha risposto un suo cugino, che credo si chiamasse Marco. Dopo quasi 27 anni mi chiedo: era davvero suo cugino o ci avrà preso per il culo?!
Che dici? Ti garba questa piccola edizione?
Fammi sapere lasciando un cuoricino, commentando, o condividendo. E se hai una storia da raccontarmi, sapendo che potrebbe finire su Qualcosa, puoi sempre scrivermi qui. Ci si legge a fine mese!
A
ci piace anche piccola!
Molta moltissima gioia per la Piccola 🎉🎉🎉