Orse e bagel

Facciamo che...
Ho barato.
Oggi non è mercoledì, e meno che mai è l’ultimo del mese. Questa newsletter sarebbe dovuta arrivare il 25 gennaio, cioè quello che era l’ultimo mercoledì del mese, e invece ho avuto altro a cui pensare: avvolgermi nel piumone e continuare a mangiare riso in bianco.
Però a me sembra di avere non solo un patto con voi, ma anche e soprattutto con me stessa riguardo l'invio di Qualcosa (anche perché mi conosco bene e spezzare un'abitudine per me potrebbe essere pericoloso) e tra non mandare la newsletter e fingere che oggi sia mercoledì preferisco questo scenario. Alla fine non è il gioco che abbiamo fatto tuttз quando eravamo piccolз, e che, con molta probabilità, ci capita di fare anche adesso che siamo un pelino più grandз? Quindi... facciamo che oggi è mercoledì?

Ammetto che l’inizio del 2023 non me lo aspettavo così, eh.
Ero partita bella carica e le vacanze infinite mi erano sembrate un modo perfetto per iniziare gennaio con il piede giusto e spuntare finalmente alcune cose da quella lista che non è scritta da nessuna parte ma solo nella mia testa. E invece il ritorno alle cose di sempre, la tosse, i virus, le brutte notizie, la maleducazione (dai, ci stava bene, no?), mi hanno rallentata. Ci sta, può succedere mi sono detta. Mi sento di averla presa con filosofia anche se quest’ultima battuta d’arresto mi ha fatto un pelo rodere, visto che è accaduta proprio nel weekend che avevo deciso di dedicare alla stesura di questo numero e ad altri progetti. Però se devo trovare una cosa positiva di questo gennaio, direi che è stato il mese del ridimensionare: non solo nel suo significato di riconsiderare, ma anche di ridurre.

Ho riconsiderato tantissime cose, scoprendone di nuove.
Ho ridimensionato il sentirmi lontana da casa in un momento in cui invece avrei voluto sentirmi vicina. Essere in grado di ridimensionare aiuta anche a tenere sotto controllo emozioni e sentimenti. Sarà anche che le conosco bene, visto che ci convivo all’incirca dal 2004, cioè da quando ho deciso di attraversare il mare e di costruire la mia vita qui “nel continente”, e che mi fanno vivere in una continua dualità tra il voler vivere lontana e il voler tornare, rendendomi le cose spesso più difficili ma a volte anche più facili. Poi ho ridimensionato le altre persone e il male e il bene che possono farmi, ho fatto piccoli piccolissimi degli eventi fastidiosi per lo più ridicolizzandoli nella mia testa. E ci sono due cose, su tutte, che mi hanno aiutato a trovare una nuova lettura di questo inizio 2023: sono una visione e un ascolto.

Ho ascoltato Orsa Minore, un podcast documentario che trovate su RaiPlaysound - realizzato da Paolo Barberi, Francesca Camilla D'Amico e Gianluca Stazi, in collaborazione con il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise - e mi è parso che i vari tarli che mi stavano facendo dirottare potevano, dovevano essere ridimensionati.
Si tratta di otto puntate fatte di passi tra i monti, respiri affannati per le salite, attese lunghissime sotto ai temporali, e poi versi di orse e orsi e le voci, i sorrisi e le lacrime di cinque donne che lavorano nel e per il Parco. Raccontano le loro storie di resistenza quotidiana in cui ogni azione, anche la più piccola è rivolta alla salvaguardia di una specie unica come quella dell’orso marsicano, un orso che abbiamo solo noi e che sembriamo non volere. Per me è stata una vera e propria scoperta. Immaginavo che l’orso mangiasse trote o che comunque cacciasse, e poi che per merenda mangiasse miele e ciliegie, che ne so. E invece l’orso marsicano mangia prede solo per il 20% mentre l’80% della sua alimentazione è composta da erba, bacche, frutta, fiori e formiche gialle, che si vocifera siano super deliziose e ipercaloriche. Immaginavo fosse semplice vivere in un territorio dove vivono orsi e lupi, dove è normale vedere un orso attraversarti la strada e immaginavo che gli abitanti umani di questo territorio fossero ben felici di avere questo primato, e invece no. Sentire le voci di queste donne che quotidianamente pensano a proteggere la vita di orse e orsi senza privarlз della loro libertà, mi ha fatto ridimensionare. Siamo una piccola minuscola parte di questo universo e con la nostra presenza non facciamo altro che sporcare, rovinare, distruggere, ammalare questo pianeta, mentre gli animali e la natura continuano a fare quello che hanno sempre fatto, da molti anni prima di noi. E allora mi sono fatta piccola - come dovremmo farci noi tuttз vista la nostra natura di ospitз su questo Pianeta.

Poi ho visto Everything Everywhere All At Once, il film di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, candidato agli Oscar e che sarà di nuovo in sala dal 2 febbraio. Beh, mi è esplosa la testa, ho riso, ho pianto, sono rimasta a bocca aperta, confusa, mi sono segnata sulle note del telefono un’intera scena, ho fatto dei collegamenti tutti miei, e ovviamente ho ridimensionato. Il film ha come protagonista Evelyn (Michelle Yeoh), un’immigrata cinese che gestisce insieme al marito Waymond (Jonathan Ke Quan) una lavanderia a gettoni sull’orlo del fallimento finanziario. Durante l’incontro con l'impiegata delle Agenzia delle Entrate americane (Jamie Lee Curtis) per una verifica delle tasse, il marito di Evelyn si trasforma in Alpha Waymond, cioè un altro Waymond che però abita l’Alphaverse, un universo parallelo fatto di infiniti universi paralleli minacciato da Jobu Tupaki (Stephanie Hsu). E qui mi fermo. Non voglio fare spoiler e poi credo che non ci sia modo di sintetizzare la trama di questo film, come credo non esista una categoria o etichetta: è uno di quei film che devi vedere e basta per capirlo. Ci sono diverse scene indimenticabili, come quella del procione che cucina al posto di un famoso chef nascosto sotto al capello, i cambi d'abito pazzeschi, la scena d'amore tra due donne con le dita fatte di würstel (che ho provato a disegnare senza esito). Ma la scena che ha illuminato tutto, cambiando gennaio e quello che ha portato, è quella in cui due rocce guardano un meraviglioso e tipico panorama americano e si dicono delle cose importanti, toccanti, illuminanti. Ma detta così non ha senso: vedete EEAAO perché delle scatole cinesi vi esploderanno davanti la faccia, e non solo. Alphaverse ridimensionerà il vostro universo e qualunque sia la domanda che vi sta attanagliando ci troverete dentro la risposta, magari a forma di bagel.


Ho appena finito Che razza di libro di Jason Mott, traduzione di Valentina Daniele, e davvero l’unica cosa da dire è: che razza di libro! Il libro alterna capitoli al presente e al passato: nei primi il protagonista è uno scrittore di cui non sappiamo il nome che gira gli Stati Uniti per presentare il suo libro che, indovinate, si intitola Che razza di libro!, mentre i secondi sono ambientati durante l’infanzia dello scrittore ma a un certo punto succede qualcosa e tutto si mischia, si confonde. Sembra quasi una fiaba, o un bad trip.
Sto leggendo Passeggiate a Tokyo di Florent Chavouet, con la traduzione di Francesca Bononi. Di cosa si tratta? Potete scegliere tra una di queste definizioni: un quaderno di viaggio, una guida illustrata, una mappa dei commissariati di diversi quartieri Giapponesi. In giro con la bicicletta (protagonista indiscussa per vari motivi) e munito di taccuino e pastelli, pennarelli e matite, Chavouet cerca di raccontare la miriade di cose che è Tokyo, e chi la abita, e ci riesce benissimo.
Leggerò La ricreazione è finita di Dario Ferrari perché il 6 vado alla presentazione e ci voglio arrivare preparata. Ne ho letto grandi cose e non vedo l’ora di iniziarlo.

Stavolta qui non vi consiglio nulla ma faccio un piccolo annuncio che mi fa battere il cuore. Dopo mesi in cui mi dico "ora faccio partire seriamente il mio blog" ci sono quasi, per davvero! Sto per lanciare una rubrica che sto covando da un po' e che non vedo l'ora di presentarvi. Se quando avete fatto l'iscrizione avete deciso di leggere anche i post sul blog vi arriverà una mail che vi avviserà (se tutto va come deve andare e le divinità dell'internet mi assistono) dell'uscita dell'articolo. Se invece avete messo no, non vi si disturberà. Volendo potete sempre cambiare idea aggiornando le vostre preferenze: trovate tutto alla fine di questa newsletter.
Ci vediamo tra frappe e coriandoli! Grazie per avermi fatto compagnia in questo freddo mercoledì (wink wink).
Alice
