Ciao,
Il titolo parla chiaro: queste sono sole considerazioni, come al solito personali e intime, e con alquanta probabilità ti sembreranno slegate. Prendile per quello che sono.
prima
Sono in Sardegna, c’è appena stato un temporale che spero si porti via tutto il malessere che ho provato in questi giorni: questa estate l’avevo immaginata diversa.
E invece da quando è iniziata ho avuto modo di ricredermi già 79 volte. Qualcosa mi dice che ci saranno altri colpi di scena, me li aspetto.
Non avevo di certo messo in conto che il distributore gpl, dove abitualmente ci riforniamo a Roma, esplodesse. Un’esplosione così forte che è stata sentita fino all’altro capo della città, ha rotto tutti i vetri dei palazzi limitrofi, e ha reso la scuola, in cui appena un mese fa abbiamo festeggiato la chiusura dell’anno scolastico, inagibile. Quella scuola, mia figlia l’ha frequentata per i tre anni dell’infanzia, ha mangiato in quella mensa e sui tavoli che ora sono sotto le finestre divelte, ha giocato nel cortile in cui ora c’è un pezzo del tetto del distributore. Fosse successo anche solo venti giorni fa sarebbe stata una strage. Una strage che come Comitato dei Genitori avevamo predetto. Nonostante in questo momento sia dall’altra parte del mare non riesco a non pensarci.
seconda
In questi mesi grazie al lavoro con Pomerium mi sono convinta ancor più dell’importanza della psicoterapia, del suo ruolo sociale e politico. Nell’intervistarlз mi sono resa conto di avere davanti un gruppo fortemente coeso, che condivide idee, punti di vista e soprattutto con in mente una chiarissima funzione della psicologia nella società di oggi. Per questo, sono certa che non sarebbero d’accordo con me su questa mia considerazione, provocatoria: tuttз dovrebbero andare in terapia.
Dico che è provocatoria perché se la mia parte razionale si trova completamente in linea con questa puntata di
, la mia parte emotiva (?) fa una gran fatica a ritrovarsi in un mondo di persone che invece non si sono mai prese cura della loro salute mentale: sono proprio stanca di interfacciarmi con individui che non hanno contezza della loro aggressività, della loro rabbia repressa, della loro “cattiva gestione delle emozioni” (virgoletto perché c’è del giudizio in questa frase, che non dovrebbe esserci ma non so in quale altro modo potrei dirlo). Faccio una fatica enorme a relazionarmi con loro, e a mettere in atto gli strumenti che ho acquisito in questi anni di terapia: se vengo attaccata, violentemente e gratuitamente, è difficile che non attacchi. Non dovrei, lo so, ma non sempre è possibile utilizzare la comunicazione assertiva. Ma come si fa a confrontarsi con persone che non sono in grado di comunicare, di capire il dolore e le sofferenze altrui?Quindi, capisco bene che questa mia considerazione sia prettamente egoistica, ma sento un grande divario tra chi ha deciso di prendersi cura di se stessǝ e delle altre persone - perché questo si fa quando si va in terapia: si lavora sui problemi relativi ai contesti in cui si vive quotidianamente come la famiglia, la coppia, i rapporti di lavoro, di amicizia, ecc - e chi invece pensa di non averne alcun bisogno.
terza
Leggere le notes di Substack a volte mi da un po’ la sensazione di camminare su un marciapiede pieno di cacche di cane. Capita di trovarci anche dei piccoli grandi tesori, come questa nota di
.Sono al lavoro sul questionario strategico per una scrittrice e editor che non vedo l’ora di conoscere meglio, ho messo in contatto una nutrizionista (con la quale mi sono sentita subito a mio agio) che desiderava un sito con le mie illustrazioni, con due professioniste secondo me bravissime: incrocio che le cose vadano come devono andare perché sarebbe davvero una collaborazione super wow.
E poi, io non ci credo che alla fine ho fatto questa cosa, ma è davvero su YouTube e se è lì vuol dire che è vero: ho una serie insieme alla mia amica collega
dove intervistiamo le persone che hanno lavorato insieme a noi per lanciare o rilanciare le loro newsletter. La prima intervista ha come ospite e la sua newsletter , che ho avuto il piacere di illustrare ma non solo: con Camilla ho affrontato un percorso di formazione per permetterle di utilizzare Substack come una vera professionista e direi che ci è riuscita alla grande. Tutto il resto lo trovi nel video: facci sapere che ne pensi!Questa serie di interviste è il modo che con Valentina abbiamo scelto per lanciare la nostra Clinica Sbrinante Substack: non volevamo un freebie, men che mai una masterclass gratuita di un’ora. Volevamo mostrare i progetti a cui abbiamo dato una mano, raccontando il dietro le quinte. Non è stata la strada più facile ma siamo felici della scelta fatta.
Se hai una mezza idea di newsletter noi possiamo aiutarti a sbrinare l’idea che hai in testa (o nel cassetto), darle una struttura sostenibile e riconoscibile, usare Substack nel modo a te più congeniale, progettare il tuo lancio (o rilancio) con criterio e creatività e a trovare il coraggio di partire.
Sappi che lavoro per tutto luglio quindi se vuoi puoi prenotare una call conoscitiva per capire se posso risolvere quel problema di comunicazione digital che ti affligge da tempo. Tanto lo so che ne hai uno che tu.
Un’ultima considerazione: se fossi stata ricca in questo momento sarei andata a vedere il Cowboy Carter Tour di Beyoncé. Ogni giorno guardo dei video e mi mangio le mani. Con questa ultima considerazione di mezza estate, ti saluto solo con la mano, senza abbracci, che fa caldo.
A
Sono Alice Fadda, un’illustratrice che disegna di tutto, anche strategie per comunicare online: ho aperto una Clinica digital, un pronto soccorso per chi vuole tanto comunicare online ma non sa dove mettere le mani. Scrivimi per capire se posso aiutarti, nel frattempo qui sotto trovi i miei servizi.
Qualcosa è gratuita ma richiede davvero tanto lavoro: se ti va puoi lasciarmi una piccola o grande offerta per sostenere questo progetto e il lavoro che c'è dietro offrendomi un caffè o un tramezzino. Grazie.